“…Dall’alto della mia ombra guardo l’uomo, questo piccolo uomo, incatenato alla distruzione. Le sue città non esistono più, sono isterilite, frantumate di sepolcri, nessun Dio le ha salvate. Le case sono mattoni incandescenti, i prati deserti di spine, gli alberi innevati di polvere, sabbia è il silenzio. Il livore si è insinuato nella mente ed è diventato croce ardente, ogni pensiero, ogni parola fruga nell’animo con veleno e aculei…”
I figli delle pietre

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